49er – Il doppio acrobatico Olimpico

Deriva planante ad alte prestazioni con terrazze, è stata progettata nel 1995 dall’australiano Julian Bethwaite.
Classe Olimpica dai Giochi di Sydney 2000, ha doppio trapezio, terrazze rigide, bompresso retrattile con spinnaker asimmetrico. Equalizzazione dei pesi avviene mediante laregolazione delle terrazze.
Costruzione
Scafo: a a stampo in resina rinforzata con tessuti biassiali di vetro e strisce di carbonio unidirezionali polimerizzata in forno.
Albero: lega leggera nella parte inferiore e crp nella parte superiore.

Scheda tecnica

Lunghezza fuori tutto

4,99 m

Larghezza

1,68 m

Larghezza comprese le ali

2,90 m

Peso

94 kg

Altezza sopra la linea di galleggiamento

8,50 m

Profondità

1,50 m

Randa e fiocco

21,2 mq

Spinnaker asimmetrico

38,0 mq

Equipaggio

2 persone

Dal 18 Foot al 49er, la parola a Marega


Senza dubbio l’imbarcazione più rivoluzionaria e performante del programma olimpico. E’ il risultato dell’applicazione dell’esperienza progettuale maturata sui 18 piedi dell’ultima generazione. Skiff leggero con distribuzione del volume molto equilibrata, sezioni prodiere fini e spigolo di sostentamento dinamico su tutta la lunghezza. E’ molto invelato e dotato di terrazze piene, spi asimmetrico armato in testa e fiocco autovirante. Il 49er presenta un albero con due ordini di crocette in alluminio fino a metà altezza e fibra per la parte superiore con funzione di ritorno elastico al variare dell’intensità delle raffiche (secondo il principio del recupero di energie ormai universalmente applicato sui 18 piedi AUS). Ingegnosa la forma della randa steccata che nella parte bassa si sdoppia per avvolgere l’albero e contenere il vang che, a differenza delle barche tradizionali, è formato da una leva che spinge il boma verso il basso.

L’imbarcazione ha sempre dimostrato prestazioni decisamente superiori in ogni andatura e in particolare nel risalire il vento. Emozionante nella navigazione, sfoggia nelle andature larghe un maestoso spi asimmetrico con bompresso.

Matteo e Massimo Marega

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